il commesso

Di come “Il commesso” di Malamud sia un capolavoro

Bernard Malamud ci piace sempre, ma con “Il commesso” si supera

Il commesso di Bernard Malamud (Minimum Fax, 2003) è un capolavoro. Poco conta che lui sia fra i miei scrittori preferiti, che sia l’autore de L’uomo di Kiev, che i suoi romanzi siano editi da Minimum Fax nella meravigliosa collana dei classics. Sarebbe comunque un capolavoro.

Il commesso è un romanzo che si divora in poche sere grazie alla sua atmosfera intensa: i personaggi entrano nel cuore e ci restano per un bel po’ dopo la fine della lettura. Morris Bober ti deprime e, allo stesso tempo, ti stimola a incitarlo a proseguire per la sua strada, perché lui è tenace e non cede ai suoi principi mai. Anche quando viene tradito concede una seconda possibilità. E chissà che non abbia davvero ragione?

Frank Alpine è adorabile e il suo desiderio di redenzione è forte tanto quante sono le possibilità che gli concede Bober.

Poi ci sono le donne: dove c’è una bella storia loro ci sono sempre. Una moglie antipatica perchĂ©, forse, troppo pragmatica, ma che sostiene comunque il marito. Una figlia quasi ribelle che sogna una rinascita, ma si lascia travolgere dal fascino del commesso adorabile.

La scrittura di Malamud è così perfetta che si percepisce la malinconia dei personaggi, il freddo della bottega di Morris, il desiderio di Alpine.

E poi alla fine spunta il sole e si avverte un po’ di calore.