Senza coda, di Marco Missiroli

Metti un pomeriggio in cui vai a fare la spesa al centro commerciale e, finita la spesa, decidi di entrare distrattamente in libreria. E poi vedi i Feltrinelli in offerta a 9,90 la coppia e, fra questi, c’è pure “Senza coda” di Marco Missiroli che, da tempo, avevi inserito nella lista dei desideri dopo aver letto “Atti osceni in luogo privato”. Lo prendi e, qualche giorno dopo, complice l’edizione economica leggera, lo metti in borsa affinché possa farti compagnia durante un viaggio in treno. Ne leggi metà tutta d’un fiato all’andata e poi, al ritorno, speri che il treno accumuli del ritardo per avere il tempo di finirlo prima di arrivare in stazione.
Questa è stata la mia esperienza con il romanzo d’esordio di Missiroli, uscito in prima edizione nel 2005 per Fanucci e riproposto adesso da Feltrinelli.

Di cosa parla “Senza coda”?

È la storia di Pietro, un bambino che si diverte a dare la caccia alle lucertole insieme al suo amico Luigi e con la complicità del giardiniere Nino che li aiuta nel gioco macabro di tagliare la coda alle povere creature, conservando per loro i barattoli contenenti i disgustosi trofei. Giochi di bambini, passatempi dell’età della spensieratezza che vengono, però, interrotti dalla realtà degli adulti che li circonda. Una realtà fatta di violenza, di un padre criminale che coinvolge il figlio nella malavita obbligandolo a mettere da parte la sua innocenza, sotto gli occhi di una madre oppressa dalle botte e dai soprusi del marito.

I protagonisti della storia

I personaggi di questo romanzo sono forti, nessuno escluso.
Non c’è solo Pietro, protagonista e vittima.
C’è il padre dallo sguardo gelido, quelle fessure azzurre che, quando la rabbia esplode all’improvviso, diventano gli occhi di una belva feroce. Lo stesso padre che riesce tuttavia a trasmettere una dolcezza ingannevole in alcuni momenti trascorsi con il figlio, attimi rari a cui Pietro si appiglia per far sopravvivere dentro di sé l’immagine del papà e non quella dell’orco.
C’è la madre, con i suoi capelli profumati e il panno bagnato utilizzato per massaggiare teneramente i lividi e le ferite, con la tranquillità innata della mamma che, comunque e sempre, deve dire “è tutto a posto, poi passa”.
C’è Nino, il giardiniere, avvocato difensore della giovinezza del bambino, l’adulto buono, l’eroe della storia.
E poi Luigi, l’amico più intelligente e più sveglio che infonde coraggio in Pietro obbligandolo a disobbedire, a compiere un atto di ribellione che genererà in lui una forza imprevista.
E ancora Toni, il padre di Luigi, aspirante malavitoso che indossa sempre dei larghi pantaloni che tanto ricordano un pagliaccio, quale lui effettivamente sembra essere agli occhi dei cattivi, quelli veri.

Perché leggere “Senza coda”?

Perché si legge senza sosta, ti entra dentro e ti rimane lì.

Missiroli riesce a essere molto descrittivo nel raccontare anche azioni ordinarie, al punto da provocare sensazioni forti: si avverte il senso di nausea quando Pietro è obbligato a mangiare il granchio, e il suo timore e l’ansia quando cammina verso lo studio del padre, che lo aspetta per parlare o per studiare con lui.
Fatico a pensare che questo sia il romanzo d’esordio dell’autore, eppure lo è. E fatico anche a credere che, da una semplice bolletta ancora sigillata nella busta in coda alle poste, possa scaturire una storia così bella, eppure alla fine del libro Missiroli ci dice che è andata proprio così.

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LA SCHEDA

Come si intitola? Senza coda
Chi lo ha scritto? Marco Missiroli, classe 1981
Con quale editore? prima Fanucci nel 2005, poi Feltrinelli nel 2017
Quante pagine ha? 160
Quanto costa? 5.99 l’ebook, 8.50 il cartaceo (ma occhio alle offerte)
Dove lo compro? su La Feltrinelli, su Amazon, su IBS o in qualsiasi libreria
Qual è il personaggio di questo libro che entra nel Club? Pietro
Questo libro è adatto per: un viaggio in treno, una domenica piovosa, una serata senza film in TV, una giornata al mare.