Tutte le ragazze con una certa cultura, di Roberto Venturini

Precarietà nel lavoro e nell’amore di una giovane coppia con una certa cultura

Poco più di un centinaio di pagine per trascorrere una serata divertente in compagnia di Luca, voce narrante, e quella matta di Silvia.

Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera è il titolo lunghissimo di questo libro di Roberto Venturini (SEM Libri, 2017), nato inizialmente come racconto breve, poi diventato un cortometraggio, poi sviluppato in una web serie.

I protagonisti di questa relazione contemporanea

Luca

Luca ha trent’anni, colleziona relazioni poco entusiasmanti, va in giro con una Fiat 500 del 1971 e, oltre a fare il correttore di bozze pagato a caso quando lo decidono gli altri, è anche un assistente universitario. Con il suo look trasandato, le citazioni da intellettuale e una profonda conoscenza di Bim Bum Bam e della cultura televisiva tipica dei giovani cresciuti negli anni Ottanta, potrebbe passare per quello che noi donne definiamo “un tipo”. Una sera, casualmente, in un bagno incontra Silvia alle prese con una riga di cocaina: si guardano ed è un attimo, finiscono a fare sesso improvvisato proprio sul water di quello stesso bagno. E poi Silvia sparisce.

Silvia

Ricompare qualche giorno dopo davanti a lui nelle vesti di studentessa che deve sostenere l’esame di “Storia della critica letteraria” in cui proprio Luca sta dall’altra parte della cattedra nel suo ruolo di assistente. Siccome Silvia è una pazza, ma anche Luca tanto normale non è, decide di vendicarsi massacrandola di domande e rifilandole un incomprensibile 29, “il più insignificante fra i voti alti”, nonostante le pronte risposte di lei. L’esplosione della di lei rabbia, ampiamente giustificata, si trasforma in pochi istanti in passione sfrenata: assistiamo così alla nascita di una relazione turbolenta con una fase iniziale nella quale gli incontri fra i due sono prevalentemente incentrati sul sesso, consumato nei posti più strani, per poi passare a una vera e propria storia d’amore con tanto di convivenza e periodi di totale astensione dalla vita sociale.

L’amore rabbioso e la ciclotimia

Memorabile il primo appuntamento nel quale Silvia, stranamente poco lucida a causa dell’alcol, sbaglia clamorosamente un congiuntivo. Io l’avrei lasciata all’istante, anzi, io mi sarei lasciata proprio da sola dalla vergogna.

La ciclotimia è una forma soft di bipolarismo, un disturbo dell’umore di cui soffro anch’io. O meglio, da buon ipocondriaco me lo sono diagnosticato da solo: è la patologia di un’intera generazione che non riesce a godersi la serenità per più di qualche giorno (Roberto Venturini)

Sebbene Luca e Silvia siano entrambi affetti da ciclotimia, un disturbo dell’umore di cui pare soffra una buona percentuale degli appartenenti a questa generazione, potrebbe sembrare una storia impossibile a malata, ma si scopre poi essere invece duratura. Perché Luca e Silvia, in realtà, sono due ragazzi normali alle prese con dinamiche relazionali non così lontane da quelle di una qualsiasi coppia di giovani degli anni Duemila: lavori instabili, sesso facile, divertimenti e svago talmente a portata di mano da diventare noiosi, la perenne ricerca di un qualcosa “in più” rispetto al “tutto” che abbiamo già.

Roberto Venturini ci racconta uno spaccato generazionale divertente e autoironico, fatto di aperitivi, vernissage ed espressioni come hipster, radical chic, new normal, tanto fastidiose quanto onnipresenti nelle conversazioni fra i cosiddetti “gggiovani”.

“Tutte le ragazze con una certa cultura” ha ricevuto a gennaio 2018 il premio come migliore Opera prima al 91esimo Premio Bagutta, per la sua “freschezza e ironia”. Da non perdere anche la webserie su Youtube.


LA SCHEDA

Come si intitola? Tutte le ragazze con una certa cultura hanno almeno un poster di un quadro di Schiele appeso in camera
Chi lo ha scritto? Roberto Venturini (classe 1983)
Con quale editore? SEM Libri (2017)
Quante pagine ha? 144
Quanto costa? 16 euro il cartaceo
Qual è il personaggio di questo libro che entra nel Club? Silvia
Questo libro è adatto per: risate e riflessioni su una generazione disillusa.


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2 commenti

  1. Questo libro mi ispira davvero tanto, anche la copertina ha fatto una buona parte dell’effetto. MA non vedo l’ora di poterlo leggere in futuro


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