Il tempo che passa

Vi capita mai di sentire il tempo che passa? Io sto vivendo il mio trentanovesimo anno di vita piuttosto inconsapevolmente e, se mi soffermo a pensare alla mia età anagrafica, quasi mi stupisco: continuo a considerarmi e considerare le mie coetanee come “ragazze”, termine che forse sarebbe più adeguato a definire chi è nato negli anni Novanta. Del resto chi è nato in quegli anni è ancora un bambino, giusto?

Mamma e papà erano dei giovani vecchi?

Eppure ho una famiglia, due bambini e una vita da adulta, fatta di incastri tra lavoro, spesa, visite dal pediatra, riunioni a scuola. Secondo voi sono cambiati i tempi? Noi “giovani” quarantenni siamo diversi da com’erano i nostri genitori alla stessa età? Ebbene, forse un po’ i tempi sono cambiati e all’apparenza sembriamo più giovani rispetto a loro, merito anche dei look e delle mode che cambiano. Però il tempo scorre anche per noi e me ne accorgo se mi fermo ad analizzare ciò che accade intorno a me: dall’iscrizione alla prima elementare di mio figlio alla caduta del primo dente da latte, dall’ansia di far quadrare i conti delle spese di casa all’organizzazione dei turni dei nonni, dalla preoccupazione per non sapere cosa cucinare per cena a quella per non poter fare una lavatrice perché fuori piove e domani pure.

Piccoli momenti di vita che attraversiamo senza rendercene conto perché un attimo fa stavo preparando un esame all’università e adesso, improvvisamente, la mia secondogenita sta imparando a dire “cacca”. Non mi sono accorta dell’età che avanza neanche quando, durante un’ecografia, la dottoressa mi ha ricordato che il prossimo anno dovrò fare la mammografia. Sì, va  bene, ma manca ancora un anno, c’è tempo.

All’improvviso ecco il peso degli anni

È la quotidianità a non renderci consapevoli del tempo che viviamo, al contrario sono gli eventi eccezionali che, ogni tanto, bussano alla porta e ci danno una secchiata d’acqua gelida per ricordarci che sono passati vent’anni.

Eccolo il tempo che scorre: si manifesta quando un’amica ti comunica una brutta notizia, ma dicendoti che,  per fortuna, quel cancro è ancora localizzato lì in quel punto dove l’hanno scoperto e che, nonostante la separazione, il bambino vede regolarmente il papà e, quindi, quella figura familiare c’è e ci sarà comunque in quel futuro incerto.
“Il problema è che sono io a essere sola”, ti dice spiazzandoti.

Il tempo è passato quando ti accorgi di avere quasi quarant’anni, mentre la tua amica che ti ha lasciato tanti anni fa rimarrà per sempre nella memoria di tutti una bellissima trentenne e che l’ultimo ricordo che hai di lei è la festa del suo compleanno nella sua nuova casa, senza divano, con qualche sedia pieghevole e con i pensili della cucina che ancora profumavano di imballaggio.

Ed eccolo di nuovo lì, il tempo, quando l’altra tua amica ti chiama chiedendoti se può rubarti un po’ di quelle ore che impieghi sempre dietro alla famiglia, perché anche lei ne ha bisogno: lei che colleziona relazioni sbagliate e anche questa volta non è riuscita a trovare un po’ di quella serenità che, invece, noi tutte abbiamo costruito con i nostri compagni e i nostri figli.
“Il problema è che se volessi andare via anche solo due giorni, con chi vado se sono sempre sola?”, ti dice con gli occhi lucidi e la voce strozzata.

Allora capisci che il tempo è passato per te, per loro, per tutti. E che la cosa più bella di questa vita che è trascorsa, e che sta trascorrendo senza accorgersene, è la stessa che diamo per scontata: la consapevolezza di avere qualcuno affianco che ti prenda per mano, da tenere per mano, per accompagnarsi a vicenda lungo la strada.


Libro consigliato: Le nostre anime di notte, di Kent Haruf (NN Editore)

1 commento

  1. Abbiamo tutti una scadenza. Una incognita inevitabile. Il viaggio che compiamo verso di essa non dovrebbe esser vissuto in solitudine, purtroppo non sempre ciò avviene. La solitudine è uno dei mali che affligge soprattutto la società moderna.

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