Libri di Natale #1

Il primo appuntamento con i consigli natalizi

5 storie che vorrei regalare

Questo mese, anziché proporvi le novità che troverete in libreria, ho deciso di propinare consigli di lettura misti.

È stata dura scegliere in mezzo a tutti i libri che ho letto quest’anno, ma alla fine ne ho selezionati 5 che idealmente vorrei regalarvi per 5 motivi diversi. 

1 – Perché tutti ci dimentichiamo delle cose che diamo per scontate, ma che ci rendono felici

Dieci cose che avevo dimenticato

Vorrei partire con un consiglio di lettura che sprigiona energie positive: Dieci cose che avevo dimenticato di Lucrezia Sarnari (Rizzoli) è una storia di donne, scritta per comprendersi e per comprenderle. Due sorelle dal carattere opposto: una presa dalla carriera a scapito degli affetti, l’altra sommersa nella maternità che l’ha costretta a mettere da parte il lavoro. Entrambe, però, accomunate dallo stesso sentimento nei confronti delle rinunce vissute negli anni: non è mai troppo tardi per cambiare. Cosa ci aiuta a capirlo? Ovvio, quelle piccole cose che avevamo dimenticato, ma che continuano a vivere dentro di noi.

2 – Perché ci sono storie sorprendenti che conosciamo poco, ma che hanno prodotto importanti conseguenze

Non sarò mai la brava moglie di nessuno

Avevate mai sentito parlare di Evelyn McHale prima che Nadia Busato scrivesse Non sarò mai la brava moglie di nessuno (SEM)? Io no. E neanche avevo mai sentito parlare del “suicidio più bello” e di Fallen body di Andy Warhol. Quello di Evelyn McHale avvenuto il 1° maggio 1947 fu il quinto suicidio dalla terrazza dell’Empire State Building in sole tre settimane: il suo corpo atterrato su una limousine rimase incredibilmente intatto e lo scatto che gli fece il fotografo Robert Wiles divenne storico per le ripercussioni che ebbe nel mondo della comunicazione. Un libro che denota una puntigliosa e incredibile ricerca effettuata dall’autrice, ma che soprattutto aiuta a ricordarci ancora cosa voglia dire scegliere di mostrare una foto che produca un forte impatto nel pubblico a cui ci rivolgiamo.

3 – Perché racconta una generazione che tutti stiamo vivendo

Parlarne tra amici

Parlarne tra amici di Sally Rooney (Einaudi), classe 1991, è stato definito dalla critica un “esordio significativo”. Per capirne il motivo è sufficiente fare una sola cosa: leggerlo. Ma non sarà facile perché i quattro protagonisti sono decisamente insopportabili, tuttavia non riuscirete a fare a meno di loro perché i dialoghi costruiti dalla Rooney sono semplicemente perfetti e raccontano con grande attualità le dinamiche delle relazioni che si instaurano fra le persone nella società contemporanea.

4 – Perché ogni tanto bisogna commuoversi con storie tristi

salvare le ossa

Salvare le ossa di Jesmyn Ward (NN Editore) è il romanzo che più mi ha commosso in questo 2018. Racconta i dodici giorni che precedono l’arrivo dell’uragano Katrina e lo fa attraverso la storia di Esch e dei suoi fratelli, della loro povertà, delle loro difficoltà, ma soprattutto della forza del legame che li tiene uniti. Il tutto portato avanti con un filo conduttore costante: la consapevolezza di Esch di trovarsi in una condizione di degrado sociale vissuta come qualcosa di inevitabile, ma accettato quasi con serenità. 

5 – Perché, soprattutto, dobbiamo ridere e divertirci

Heidi

Francesco Muzzopappa è il mio rifugio, l’autore da leggere quando si ha una forte necessità di ridere. Heidi (uscito nel 2018 per Fazi Editore) è solo l’ultimo dei suoi romanzi e racconta la storia di Chiara, una trentacinquenne che lavora per Videogramma, un’azienda che produce format per la TV spazzatura. A complicare la sua vita stressante si aggiunge un nuovo impegno: prendersi cura del padre affetto da demenza senile. Si ride parecchio.


Il prossimo appuntamento: 5 libri che vorrei ricevere per Natale