Postorino Le assaggiatrici

Le assaggiatrici, di Rosella Postorino

La storia di Rosa Sauer ispirata a quella di Margot Wölk, una delle assaggiatrici di Hitler

Senso di colpa, contraddizioni, essere vittima e colpevole allo stesso tempo: Rosella Postorino con Le assaggiatrici (Feltrinelli) ha provato a raccontare cosa vuol dire aver diritto a sopravvivere nonostante tutto

Un romanzo che costringe a domandarsi “se fossi al suo posto, come mi comporterei?”

Ho impiegato tanto e troppo tempo per decidermi a comprare e poi leggere Le assaggiatrici di Rosella Postorino (Feltrinelli, 2018), era come se, inconsciamente, volessi ritardare il piacere di questa lettura. E, ancora, una volta acquistato ho aspettato qualche giorno prima di iniziarlo. Dopodiché il tempo è volato via insieme alle pagine.

La trama del libro è ormai nota: Le assaggiatrici è un romanzo d’invenzione ispirato alla vera storia di Margot Wölk, una delle donne che durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale lavorò per Hitler svolgendo il ruolo, appunto, di assaggiatrice per scongiurare ogni tentativo di avvelenamento del Führer, un compito che la donna tenne nascosto per tutta la vita e rivelò solo da anziana.

La realtà di Margot Wölk è stata riportata da Rosella Postorino attraverso il personaggio di Rosa Sauer: donna di città, berlinese di abitudini, rimasta sola dopo l’arruolamento del marito a guerra ormai inoltrata, si trova costretta a trasferirsi in Prussia nella casa in campagna dei suoceri. A sorpresa, un giorno viene reclutata dalle SS per svolgere il compito di assaggiatrice nella “tana del lupo”, il rifugio in cui vive Hitler.

Ogni giorno Rosa vive la contraddizione della sua condizione: la possibilità di ricevere dei pasti completi contro il pericolo di non uscire viva dalla mensa; l’opportunità di socializzare con altre donne (o alcune di esse) contro lo sguardo vigile e costante delle SS; l’egoismo del voler vivere comunque a fronte dell’incertezza della morte del marito.

Ma se giorno dopo giorno la paura della morte si affievolisce grazie all’abitudine della mansione, quello che invece resta è il senso di colpa. Quello che scaturisce dal poter mangiare mentre la popolazione muore di fame, quello che prova nutrendosi facendo un favore a Hitler, ricevendo in cambio il suo denaro, quello che avverte nella convivenza ormai abituale fianco a fianco alle guardie e a molte “colleghe” convinte sostenitrici di Hitler.

Eppure, anche in guerra, esistono delle esigenze fisiologiche che devono essere soddisfatte pur di sopravvivere e non sono solo quelle legate al proprio sostentamento fisico, ci sono anche necessità emotive che non si possono comandare.

Come si può continuare a vivere la normalità della vita durante l’incertezza provocata dalla guerra?

C’è un solo modo: con l’egoismo. Rosa Sauer addomestica il suo senso di colpa lasciandosi guidare da quello che le chiede il suo corpo, pur consapevole che forse c’è un marito che tornerà dalla guerra, ma non si sa se e quando.

Un dolore che era diventato ormai un tratto della personalità

Quanto mi piacciono i romanzi che raccontano le donne, la loro forza, la loro caparbietà di andare avanti nonostante tutto. Rosa Sauer (o Margot Wölk) è vittima e, allo stesso tempo, complice: nessun figlio da anteporre alla propria vita, nessuna certezza di un marito ancora in vita, perché rinunciare a vivere?


LA SCHEDA

Come si intitola? Le assaggiatrici
Chi lo ha scritto? Rosella Postorino
Con quale editore? Feltrinelli (2018)
Quante pagine ha? 285
Quanto costa? 14.45 il cartaceo, 9.99 l’ebook
Qual è il personaggio di questo libro che entra nel Club? Rosa Sauer
Questo libro è adatto per: provare a immedesimarsi in una situazione e domandarsi “se fossi al suo posto, come mi comporterei?”

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