La vedova Van Gogh - il club dei lettori solitari

La vedova Van Gogh

Se siete amanti della serie “libri sorprendenti” questo non può non entrare nella vostra lista dei preferiti: “La vedova Van Gogh” di Camilo Sanchez (edizioni Marcos y Marcos) è la storia della donna che ha permesso ai quadri di Vincent Van Gogh di arrivare al pubblico, restituendo al pittore la fama mai avuta quando era in vita.

“Se ogni stile fosse una vita, Van Gogh avrebbe vissuto almeno otto vite in un solo decennio”

Van Gogh nella mia memoria

Sono sincera, nonostante la sua fama io non conosco molto bene la vita di Van Gogh, a parte i dettagli più macabri e noti a tutti. Tantomeno conoscevo la storia della cognata Johanna Van Gogh Bonger, moglie del fratello Theo, eppure è grazie a lei che Vincent Van Gogh è diventato “Van Gogh”.

Van Gogh nella mia memoria di bambina è il viaggio ad Amsterdam nel 1990, è il bagarino fuori dal Museo Van Gogh che mi stringe la giacca di jeans cercando di nascondere un principio di seno per farmi sembrare più piccola e riuscire a rifilarmi il biglietto ridotto, e poi è la confusione di quel luogo dove tutti volevano entrare; ma è anche qualche compito di arte a scuola, quei tentativi maldestri di farci copiare l’autoritratto con l’orecchio bendato e di provare noi stessi a farci un autoritratto guardandoci allo specchio. E poi, in età adulta, sono i girasoli alla National Gallery di Londra.

Tutto questo per dire che, anche chi non è un gran conoscitore dell’arte, non può non conservare nella sua memoria un ricordo legato ai quadri di Van Gogh. Merito dei colori che ti restano incollati nella testa? O della sua vita tormentata di cui le sue opere sono una schietta testimonianza?

Chi è la vedova Van Gogh?

Proprio questa memoria è il risultato della tenacia di una donna che si è ritrovata, all’improvviso, a gestire centinaia di tele accumulate in casa: girasoli ovunque, disegni, lettere e tutta la corrispondenza che Vincent scambiava con il fratello Theo.

Johanna nel 1890, anno della morte di Vincent, ha un bambino appena nato e un marito che sprofonda in un malessere che testimonia quanto la propria vita fosse legata a quella del fratello pittore. Quando Theo muore Johanna piano piano riprende in mano la sua vita, non si vergogna a chiedere aiuto, scende a compromessi per portare avanti il suo progetto di restituire a Vincent (e anche a Theo) il riconoscimento del valore di quei cumuli di tele che nessuno vuole. Con cura, con attenzione nella selezione delle prime opere da vendere, con insistenza raggiunge il suo obiettivo: da un primo spazio limitato in un’esposizione all’Aia, arriva nel 1892 la prima grande mostra personale al Panorama di Amsterdam. E lì inizia a formarsi la figura di quel Van Gogh che noi conserviamo oggi nella nostra memoria.   

E tutto questo avviene con il sostegno di pochi, come suo fratello André e una delle sorelle di Vincent, Wil, e con lo scetticismo del padre (Hendrik Bonger) che, scoraggiato dalle critiche di quel periodo, pensa che la Johanna stia solo perdendo del gran tempo.

“Non pensi che tutti quei quadri funzionino meglio come legna da ardere?”

Fermatevi un attimo a pensare a cosa sarebbe accaduto se quei cumuli di quadri fossero finiti nelle mani del Signor Bonger.


Come si intitola?
La vedova Van Gogh
Chi lo ha scritto? Camilo Sanchez
Con quale editore? Marcos y Marcos (2021)
Quante pagine ha? 190
Quanto costa? 16 euro il cartaceo, 9.99 l’ebook.
Qual è il personaggio di questo libro che entra nel Club? Johanna Van Gogh Bonger
Questo libro è adatto per: vivere l’effetto del “cosa sarebbe accaduto alla storia se…”.